Ci poniamo subito in apprensione quando il nostro veterinario ci riferisce di avere "sentito" un soffio cardiaco al nostro compagno di vita. Un consiglio a tutti coloro che hanno un simpatico e amabile cagnolino in casa.
Chissà quante volte ci è capitato di sentire che un cane del vicino o di un conoscente, è venuto a mancare per una “malattia del cuore”. Giustamente, ci poniamo in apprensione nel momento in cui il nostro medico veterinario ci riferisce di avere “sentito” un soffio cardiaco al nostro cagnolino.
Il soffio cardiaco è un rumore percepito all’auscultazione del cuore che non sempre ha un significato patologico. Esiste, infatti, il soffio “innocente” molto raro in verità nel cane, che però non è patologico ma di tipo funzionale.
Purtroppo molto più frequentemente il soffio cela un significato patologico legato a patologie congenite, anche ereditarie, oppure acquisite.
Le patologie congenite sono diagnosticate soprattutto nel cucciolo. Queste possono essere riferibili a difetti valvolari (displasie o stenosi), dei setti interventricolare e interatriale, nello sviluppo dei vasi che partono dal cuore (persistenza del dotto arterioso di Botallo, ecc). Alcune possono mantenersi asintomatiche anche per molto tempo, manifestandosi clinicamente solo quando il quadro clinico può essere già compromesso.
Alcune patologie acquisite possono interessare cani di qualsiasi età (endocarditi, miocarditi, ecc.) altre interessare maggiormente i soggetti più anziani (degenerazioni di lembi valvolari, neoplasie, ecc).
E’ ovvio come in tutte queste situazioni, sia fondamentale una diagnosi corretta raggiunta il più precocemente possibile. Se è ovvio dire che il cuore è un organo importantissimo per il mantenimento in vita di un individuo, s’intuisce quanto sia molto meno banale relazionare la corretta attività cardiaca al mantenimento di una vita dignitosa che rispetti quanto più possibile le caratteristiche psicofisiche del nostro amico cane.
Infatti, il nostro pensiero dopo la “triste” notizia, corre alla domanda conseguente: “Quanto è grave dottore?”.
A questo punto compito del medico veterinario è diagnosticare la causa del soffio che, ricordiamo, è un rumore percepito con la strumentazione adeguata (steto-fonendoscopio) e che in funzione di alcune proprie caratteristiche consente una prima diagnosi. In seguito però, è necessario diagnosticare la patologia causa del soffio e soprattutto, stabilirne la gravità, utilizzando tutti i “mezzi” disponibili in medicina veterinaria al fine di stabilire una corretta terapia (se possibile) e la prognosi .
Fortunatamente anche la medicina veterinaria in merito, negli ultimi anni ha fatto passi da gigante mettendo a disposizione dei medici veterinari diversi ausili diagnostici. Esiste, infatti, la possibilità di eseguire elettrocardiogrammi, esami holter, elettrofisiologici, radiografie, ecocardiografie, risonanze magnetiche, Tac, esami ematici di laboratorio, eseguiti e interpretati da professionisti preparati e competenti, in grado di rispondere precisamente alla domanda che ci siamo posti.
Il successivo quesito che ci preoccupa è: “Ma dottore saranno possibili delle terapie?”. Anche in questo caso, la medicina veterinaria ha sviluppato tecniche mediche, interventistiche (valvuloplastiche, ablazioni, applicazione di pacemaker, ecc.) e chirurgiche, in alcuni casi realmente comparabili a quelle sviluppate dalla consorella medicina umana, in grado di aiutare il nostro “fedele amico” a volte anche risolvendo definitivamente il problema.
Concludendo, con queste poche righe abbiamo voluto rilevare, a tratti anche un pochino generalizzando, che al momento della diagnosi di soffio al cuore, non dobbiamo pensare che tutto è perduto ma che è possibile fare ancora molto per aiutare il nostro cagnolino.
Medico Veterinario
Spec. Cardiologia del Cane e del Gatto
Clinica Veterinaria San Magno, Legnano
L'articolo tratto dal portaledelcavallo
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